Le aziende di piccole e medie dimensioni sono divenute in pochi anni leader mondiali nei rispettivi mercati di riferimento e il successo è stato ottenuto grazie a dei manager dotati di una conoscenza sempre maggiore dei mercati esteri, che hanno avuto esperienze all’Estero e che hanno preferito trovare altrove quella possibilità di crescita che non hanno trovato in Italia.
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È quanto si apprende con l’ultima analisi Istat relativa all’anno che si è appena concluso.
Spiega Giuseppe Perucchetti che «Tutti i nostri manager e i nostri comparti produttivi sono improntati all’innovazione. L’azienda investe ogni anno il 4% del fatturato in ricerca e sviluppo e ogni stagione il 25% dei prodotti offerti al mercato cambia totalmente. Per fare questo, e per crescere all’estero, ci siamo dotati di una classe manageriale composta sia da dirigenti italiani che da dirigenti stranieri, che offrono la loro sensibilità e la loro conoscenza dei mercati locali». Il ruolo dei manager è dunque decisivo.
Ai manager vengono richiesti una serie di requisiti: l’intuito per capire dove va il mercato, una formazione adatta e un’abilità tecnica adeguata a gestire responsabilità e operazioni da effettuare e da portare a termine su scala internazionale.
I manager italiani impiegati all’Estero sono oggi sempre più alla ricerca di sblocchi lavorativi inesplorati, attualmente offerti nei nuovi mercati in crescita, come ad esempio quello brasiliano, dove sono in molti a puntare.
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