Nonostante le aziende stiano vivendo ancora un forte periodo di crisi economica, le retribuzioni dei top manager non sono diminuite, anzi in alcuni Paesi sono anche aumentate. È il caso degli Stati Uniti d’America, ma un fenomeno del genere è verificabile anche in Italia.
Secondo i dati della Securities and Exchange Commission (SEC) diramati da Bloomberg, negli USA le retribuzioni dei top manager che lavorano in banche e società finanziarie sono aumentate del 20,4%. Nel 2011 l’aumento era stato del 26%, nel 2011 invece la busta paga degli alti dirigenti è delle 500 maggiori aziende a stelle e strisce è salita dell’11,46%, arrivando a una media di 10,5 milioni di dollari.
Ma anche in Europa non si è da meno. Tanto per condividere qualche esempio, Bob Diamond – dirigente di Barclays – ha guadagnato 20 milioni di dollari, Alfredo Sàenz di Banco Santander invece 16 milioni di dollari, Josef Ackermann di Deutsche Bank 9 milioni di dollari. In Italia, invece, ci sono i super stipendi di Alberto Nagel e Renato Pagliaro di Mediobanca (rispettivamente 2,93 e 2,59 milioni), poi Pier Francesco Saviotti del Banco Popolare (2,03 milioni) e Federico Ghizzoni di UniCredit (2,01 milioni).
Secondo un’analisi condotta da Uil-Credito, nel 2011 gli stipendi dei top manager delle banche d’Italia sono saliti del 36,23% a 26 milioni di euro totali. Nonostante a causa della crisi si sia ridotto l’utile netto degli istituti di credito, i top manager non ne hanno dunque risentito.
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