Conflitti sul lavoro? Attenzione alle liti fra donne

di Teresa Barone

28 Febbraio 2013 11:00

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Uno studio mette in evidenza come le donne lavoratrici siano spesso vittime di pregiudizi, soprattutto quando si parla di conflitti tra colleghi.

Le liti e i conflitti sul posto di lavoro sono all’ordine del giorno, spesso si risolvono nell’arco della giornata, altre volte, invece, mettere a posto le cose è più difficile. Se c’è di mezzo il sesso debole, inoltre, si è generalmente portati a pensare che le liti siano ancora più ardue da placare, un pregiudizio fortemente radicato e oggetto di studio di una ricerca condotta dalla University of British Columbia Sauder School of Business.

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Lo studio ha messo in relazione i conflitti in ufficio con le differenze fra i due sessi, affermando che le controversie in ambito lavorativo possono danneggiare le esponenti del sesso femminile molto di più rispetto ai colleghi maschi: è la stessa “percezione della lite” a mettere in difficoltà le donne, generalmente ritenute in grado di dare origine a conflitti più aspri e meno capaci di proporre una riappacificazione.

Uno stereotipo diffuso che va a discapito della stessa reputazione femminile, come sottolineano gli studiosi: «La nostra ricerca mostra che quando si parla di conflitto sul posto di lavoro, le donne acquistano una cattiva reputazione. In questo studio mostriamo come lo stereotipo negativo, il cosiddetto “catfights”, sia riportabile in situazioni di lavoro».

Per teorizzare questa “comprensione alterata” dei conflitti tra colleghi, il team di studiosi ha valutato le reazioni di un gruppo di volontari (precisamente 152) di fronte a tre diverse situazioni di contrasto tra più collaboratori. A ottenere la maggioranza di giudizi negativi (poca gestibilità, incapacità di trovare un accordo) è stato il confronto diretto tra due esponenti del sesso debole.

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Mostrando le difficoltà riscontrate da parte del mondo rosa sul lavoro, lo studio si pone l’obiettivo di potenziare la consapevolezza di questo pregiudizio da parte dei manager e dei responsabili delle risorse umane, invitati a non lasciare che siano proprio gli stereotipi a guidare le loro scelte in materia di gestione del personale e, soprattutto, a sfruttare pienamente il talento delle lavoratrici donne.