Manager nel non profit della PA

di Chiara Basciano

26 Marzo 2013 14:00

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Una ricerca di Elan International rivela come il non profit nella pubblica amministrazione stia aprendo le porte ai manager.

Il mondo del non profit nella pubblica amministrazione apre le porte ai manager. Questo quanto emerge da una ricerca di Elan International, società di head hunting, nella quale si evidenzia come in Italia si cominciano ad apprezzare solo recentemente le potenzialità del volontariato, a differenza di altre realtà europee dove i manager che si occupano di non profit sono già da tempo figure molto ricercate.

Quali sono dunque le mansioni del manager nel non profit? Nella ricerca si legge: sono chiamati ad incrementare la partecipazione dei volontari alle attività di organizzazioni non profit, promuovono campagne di iscrizione, curano l’online recruiting e studiano le modalità di collaborazione che valorizzino il contributo di ognuno e che riducano al minimo il tasso di abbandono.

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Il manager nel non profit non proviene da un percorso di studi standard post laurea, anche se è indispensabile un periodo di formazione con un’esperienza da volontario, poiché non esistono corsi specifici in Italia sul manager che si occupa di volontariato. Quello che certamente non deve fare difetto all’aspirante manager nel settore deve essere la motivazione, perché il compito principale di questa figura è proprio quello di motivare i volontari e gli aspiranti.

Ma si guadagna meno nel settore pubblico? Risponde Giuseppe Cristoferi, managing partner di Elan International: «Il parapubblico (es. SpA controllate da enti pubblici) recluta fortemente dal privato. In questi casi non c’è differenza di retribuzione, i livelli sono quelli di mercato. Solo recentemente, in relazione al dibattito sulle retribuzioni (fisso + bonus) dei Top Manager, possiamo essere in presenza di un contenimento retributivo nei riguardi dei Top Manager “pubblici” rispetto a quelli privati. Ma è una tendenza tutt’altro che consolidata».