Dirigenti della Pubblica Amministrazione e contratto a tempo determinato: una questione delicata sulla quale fa luce una recente nota diffusa dall’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), che fa chiarezza sulla normativa che regola la scadenza e la reiterazione dei contratti a termine.
Secondo quanto affermato dall’Aran, infatti, per i dirigenti della PA la reiterazione dei contrati a tempo indeterminato è possibile anche oltre i 36 mesi, senza l’obbligo di dover interrompere il rapporto di lavoro tra un contratto e l’altro.
«Per i dipendenti con qualifica dirigenziale è sempre possibile la reiterazione di contratti a tempo determinato anche oltre i 36 mesi e non appare comunque necessario intervallare i contratti stipulati in successione».
=> Scopri il nuovo codice comportamentale per i dirigenti pubblici
Aran e Ministero della Funzione Pubblica hanno quindi ribadito che per i dirigenti non sussistono limiti temporali obbligatori per quanto concerne la durata dei contratti a termine, quindi non deve essere rispettato l’obbligo di intervallare due incarichi successivi.
=> Scopri perché gli stipendi dei dirigenti resistono alla crisi
Con la Riforma Fornero, ad esempio, sono stati prolungati gli intervalli obbligatori da rispettare tra due assunzioni a termine consecutive, che prevedono attualmente 60 giorni per i rapporti lavorativi di durata inferiore ai 6 mesi e 90 giorni se la durata è superiore a questa soglia.