Classe dirigente: come la valutano gli italiani? Se i leader delle associazioni con finalità sociali e i top manager in ambito culturale sono giudicati positivamente, non si può dire altrettanto dei banchieri e dei politici.
Questi e altri dati emergono dalla prima rilevazione sul giudizio della classe dirigente nazionale condotta LaST (Laboratorio sulla Società e il Territorio) e promossa da Community Media Research per La Stampa. Un’indagine che ci mostra come a perdere credibilità sia la sfera politica e istituzionale in generale, compresi i vertici bancari.
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Stando alle cifre, ad esempio, solo per il 20,7% degli intervistati la classe politica ha qualità positive, e la percentuale di coloro che apprezzano i dirigenti bancari scende fino al 16%. Il 66,1%, invece, giudica positivamente i responsabili di associazioni con finalità sociali e di volontariato, mentre ricercatori, docenti universitari ed esponenti del mondo della cultura sono ritenuti validi dal 59,3% degli interpellati.
Per quanto riguarda gli imprenditori e i manager aziendali, invece, gli italiani sembrano dividere i loro giudizi esattamente a metà, mentre un buon 48,7% considera i magistrati adeguati al ruolo che ricoprono.
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È interessante anche dare uno sguardo all’identikit del dirigente ideale stilato dagli italiani, ai quali è stato anche domandato di elencare le qualità essenziali che non dovrebbero mancare in un leader: per il 35,3% la classe dirigente deve possedere visione strategica e capacità di anticipare i problemi, mentre scende fino al 33,6% la percentuale di coloro che menzionano il senso della legalità come requisito fondamentale.