Le qualità e i difetti di un capo possono essere facilmente individuate già in fase di colloquio di lavoro, sede ideale per capire se si avrà a che fare con un boss tollerante e comunicativo oppure, al contrario, poco paziente e severo.
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Stilare l’identikit del proprio capo ancora prima che lo diventi effettivamente consente di arrivare al primo giorno di lavoro preparati, consapevoli delle sue aspettative e anche della dose di stress che si dovrà sopportare: un’opportunità da non sottovalutare, basti pensare che secondo uno studio recente gli attriti con il capo hanno pesanti ripercussioni sia sul rapporto coniugale sia sull’intera serenità familiare.
Ecco quattro campanelli d’allarme:
1. Attenzione all’uso dei pronomi e al contesto nel quale vengono espressi i vari “io”, “noi” e “voi”. Se il futuro capo parla in prima persona dei successi aziendali, ad esempio, potrebbe essere un chiaro segnale di poca considerazione per i meriti del team, mentre l’uso del voi in riferimento a una particolare situazione negativa in ambito lavorativo indica probabilmente esigue doti di mentoring.
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2. Troppo interesse verso la vita privata del candidato: anche un atteggiamento simile rientra tra i comportamenti definiti dagli esperti USA “red flags”, vale a dire aspetti da valutare con attenzione. Se il capo si mostra molto interessato alle attività che il potenziale neo assunto svolge nel tempo libero, potrebbe infatti essere un tentativo di valutare la disponibilità a prolungare l’orario di lavoro quotidiano.
3. Le trappole del multitasking: il selezionatore che durante il colloquio indugia troppo sul suo smartphone non mostra un comportamento molto professionale, e anche con i suoi dipendenti potrebbe manifestare la stessa carenza di attenzione.
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4. Risposte vaghe: meglio alzare la guardia se il potenziale capo non risponde in modo diretto alle domande riguardo chi ha ricoperto il medesimo ruolo in ballo.