Com’è il manager di oggi, dopo la crisi

di Floriana Giambarresi

21 Maggio 2013 14:00

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Da Korn/Ferry arriva una panoramica del manager di oggi, di com'è cambiato rispetto a quello di un decennio fa, anche a causa della crisi economica.

Da Korn/Ferry arrivano i risultati dello studio The New European Executive, tramite cui è possibile comprendere come sia il manager del 2013 e come sia cambiato rispetto a quello di un decennio fa. Ci sono stati profondi cambiamenti nel giro di questi dieci anni appena trascorsi, anche a causa della crisi economica che ha investito anche l’Europa.

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Il profilo del manager di oggi è quello di un leader dalla grande esperienza, comunque flessibile e in grado di adattarsi ai grandi cambiamenti, più coraggioso e strategico rispetto al manager di un decennio fa. La caratteristica più importante risiede nella capacità di lavorare riuscendo a gestire l’ambiguità. Riesce ad amministrare l’incognito ed è in grado di definire ciò che potrebbe rivelarsi una strategia o un elemento di successo e di saperlo comunicare agli investitori. 

Queste abilità sono state conseguite naturalmente per affrontare la difficoltà di prevedere a breve o a lungo terimne l’andamento dell’economia, i movimenti di mercato e le richieste che gli enti governativi dell’Europa porranno alle imprese. 

La fotografia del manager di oggi è stata commentata da Maurizia Villa, managing director di Korn/Ferry Italia: «i manager europei oggi devono affrontare una serie di nuove sfide frutto dell’incertezza che stiamo vivendo in Europa e a livello globale. In un panorama così imprevedibile, per avere successo occorrono stili di leadership e competenze nettamente diverse da quelle che hanno caratterizzato gli anni in cui l’economia era più stabile. Il nuovo manager europeo deve essere elastico per poter gestire le fasi di rottura, ma anche flessibile per adattare le proprie strategie in situazioni in rapida evoluzione. Le aziende oggi hanno realizzato che selezionare, ingaggiare, promuovere e trattenere dirigenti con queste rare qualità non è semplicemente un lusso ma sta diventando sempre più una questione di sopravvivenza».

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