Si confermano le difficoltà, in particolare per le fasce di età più giovani, collegate alla ricerca del lavoro giusto sia in relazione alla formazione e istruzione conseguite, sia alle prospettive di carriera per raggiungere dei livelli più alti. Tanto che due lavoratori su tre si dicono pronti ad andare a cercare fortuna all’estero. A dirlo, i dati del Randstad Workmonitor – l’indagine sul mondo del lavoro realizzata dall’omonima azienda specializzata nel mercato delle risorse umane – relativi al secondo trimestre 2013, raccolti attraverso un sondaggio sottoposto a lavoratori dipendenti di 32 paesi nel mondo.
Sfogliando i dati, si scopre come 8 lavoratori su 10 in Italia credano che l’esperienza conti più dell’istruzione per trovare un lavoro appropriato, e per tre lavoratori su quattro non esista nemmeno la certezza di mantenere il posto attualmente ricoperto. L’89% dei lavoratori italiani ritiene che oggi per i giovani (fino a 25 anni) sia difficile trovare un lavoro adeguato alle loro capacità e competenze, mentre l’85% ritiene che i giovani accettino lavori al di sotto del loro livello di istruzione.
=> Scopri come migliorare il giudizio per le assunzioni
A livello globale, l’alta percentuale di sfiducia registrata nel nostro paese fa il pari con quella di altre nazioni che fanno i conti con le difficoltà della perdurante crisi economica, Grecia e Spagna su tutte. Tanto che, come si accennava, il 65% degli italiani si dice disposto a trasferirsi in un altro paese per trovare il lavoro giusto secondo le proprie aspettative.
«Ai lavoratori italiani, e ai giovani in particolare, va spiegato che il lavoro giusto c’è anche in Italia, anche se spesso è difficile da trovare a causa del mismatch tra domanda e offerta. – la tesi di Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad Italia – Inoltre l’istruzione e la formazione continua sono fondamentali, insieme all’esperienza, per trovare un’occupazione adeguata e poi raggiungere alti livelli di carriera. In questo senso, per rendere il mercato del lavoro italiano più fluido, aperto e trasparente é cruciale il ruolo delle agenzie per il lavoro, come intermediari, datori di lavoro e fornitori di servizi che vanno dalla formazione all’Outplacement. Per questo motivo è da auspicarsi che dal 55% attuale cresca di molto la percentuale di lavoratori che decidono di affidarsi ad un’agenzia specializzata nella ricerca del proprio impiego».