Ammonta a circa 342mila euro il capitale umano “medio” degli italiani, vale a dire la capacità di ciascuno di generare reddito contribuendo allo sviluppo e alla crescita del Paese.
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Una cifra resa nota dall’Istat, per la prima volta alle prese con la quantificazione di questo valore sul quale influiscono una serie di fattori differenti, dal lavoro svolto alle prospettive di carriera, dalle aspettative di vita fino all’analisi della “produzione familiare” indipendente da una retribuzione esterna.
Secondo l’Istat, tuttavia, esistono notevoli disparità di genere: se per gli italiani di sesso maschile si parla di un capitale umano pari a 453mila euro, per il popolo rosa la cifra scende fino ai 231mila euro. Un gap che si deve principalmente alle differenze retributive tra i due sessi, così come all’inferiorità numerica delle donne lavoratrici, presenti nel mercato del lavoro per meno anni rispetto ai colleghi uomini.
Una cifra che, tuttavia, prende in considerazione solo il lavoro svolto fuori casa, tanto che effettuando il medesimo calcolo prendendo in esame anche le attività svolte dalle italiane al di fuori del lavoro in senso stretto, il capitale umano rosa salirebbe fino a 431 mila euro.
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Ulteriori disparità riguardano, inoltre, l’età degli italiani: il capitale umano individuale è ari a 556 mila euro se si prende in considerazione un giovane, mentre ammonta a 293 mila euro per un soggetto di età compresa tra i 35 e i 54anni, scendendo fino a 46 mila euro per gli over 55.