Nella Pubblica Amministrazione i dirigenti di prima fascia di sesso maschile sono più del 90% del totale: lo annuncia il segretario generale della UilPa, Benedetto Attili, sottolineando come il netto gap tra i due sessi sia destinato a perdurare nel tempo.
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Una percentuale che dipinge una PA italiana ancora moto lontana dal raggiungimento dalla parità di genere, e questo nonostante una prevalenza di dipendenti donne e a dispetto di alcuni esempi virtuosi, come l’Inail.
Secondo le cifre fornite dall’istituto, infatti, la presenza rosa ai vertici dell’ente è caratterizzata da percentuali positive e destinate a subire un incremento nel futuro. Stando ai dati rilevati al 17 marzo 2014 gli incarichi apicali al femminile ammontano al 27,27% per quanto riguarda la dirigenza di I fascia e al 38,51% nell’ambito della dirigenza di II fascia.
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È sempre l’Inail a informare che: «Con particolare riferimento alla dirigenza di vertice territoriale, si conta una percentuale di presenza femminile del 42,8 % con una responsabilità di 9 strutture su 21. Infatti, a fronte di 21 strutture regionali/provinciali (18 Direzioni Regionali, Sede Regionale di Aosta, Direzioni Provinciali di Trento e di Bolzano), si registra la presenza di 1 Direttore Provinciale e di 6 Direttori Regionali donna, 2 dei quali hanno anche la reggenza di Direzioni Regionali limitrofe.»
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Attraverso il report diffuso dall’Istituto si apprende, infine, come anche il coordinamento generale di due delle quattro Consulenze professionali centrali sia caratterizzato da una presenza femminile pari al 50%, un esempio di parità tra i due sessi che deve rappresentare un esempio per numerose amministrazioni statali.