Licenziare i dipendenti durante i periodi di crisi – che possono essere interni oppure dovuti a una recessione economica – è uno dei modi più semplici per tagliare le spese aziendali, ma è anche una mossa che potrebbe costare molto in termini di morale, produttività e profitti. È dunque una strada da valutare oppure no?
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Innanzitutto bisogna valutare i dipendenti e capire chi lavora soddisfacendo o superando le aspettative e chi no. I lavoratori produttivi dovrebbero esser premiati con fiducia e fedeltà mentre gli altri potrebbero essere a rischio in tempi particolarmente duri.
Una piccola azienda di successo dimostra comunque ottimismo e impegno nell’evitare i licenziamenti, gesti che fanno sentire i dipendenti apprezzati e rispettati e che incoraggiano soprattutto una cultura aziendale sana e la volontà di lavorare di più, più a lungo e in maniera più efficace.
I dipendenti con un morale alto, che si sentono apprezzati e parte di una squadra sono meno propensi a lavorare meno e dunque hanno un minor rischio di perdere il lavoro, di arrivare in ritardo o di prendersi troppe pause. La strategia da attuare in tempo di crisi dovrebbe dunque essere principalmente quella di fidelizzare il dipendente, di aiutarlo a crescere e a diventare altamente qualificato.
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