La necessità di una visione più globale porta le aziende più grandi, con molte succursali, a rivedere l’organizzazione, puntando maggiormente su aree vaste che sui meri confini nazionali.
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Un sondaggio di Manageritalia dimostra come l’85% dei responsabili delle risorse umane puntino ad un tipo di lavoro più concentrato, sia a livello nazionale che internazionale. Per questo il ruolo dei country manager appare ridimensionato, tendendo a diventare semplicemente esecutore di decisioni prese più in alto.
Questo tipo di organizzazione porta ad una direzione aziendale più compatta, capace di far risparmiare tempo e denaro e di creare sinergie tra i diversi mercati. Infatti applicando uno stesso modello, però calato nei diversi contesti, a più paesi è facile intraprendere un’unica strada e dare un’identità più forte all’azienda.
In questo tipo di contesto i country manager dovrebbero riuscire a cambiare prospettiva, puntando ad una visione internazionale ma senza perdere di vista le peculiarità del paese in cui lavorano. Infatti riuscire a percepire il cambiamento aiuta a trovare una nuova collocazione nel sistema aziendale. Giorgio Scaloni, direttore di marketing strategico, sintetizza questa nuova modalità con una frase molto azzeccata “dimensione globale e conoscenza locale”, utili per capire la strada da intraprendere se si vuole rimanere competenti sul mercato.