Lavoratore assente

di Francesca Vinciarelli

1 Aprile 2015 14:00

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Il datore di lavoro può licenziare un lavoratore che si assenta senza giustificazione solo in alcuni casi, ecco quali sono.

L’assenza prolungata dal lavoro da parte di un lavoratore non è sempre punibile con il licenziamento. Ciò può avvenire solo se le assenze sono ingiustificate, ma non solo. Il lavoratore deve giustificare la sua assenza entro un minimo di 24 ore e un massimo di 48 ore a seconda del CCNL applicato.

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Nel caso in cui il lavoratore si assenta dal lavoro senza una giustificazione ed inoltre non è reperibile per tutte le visite di controllo, il superiore può licenziarlo, questo è dovuto non solo all’assenza ingiustificata ma alla mancanza di disponibilità per le visite di controllo.

Al contrario se il lavoratore si assenta per malattia ed invia al suo superiore la lettera dove giustifica l’assenza insieme al certificato medico, il superiore non può licenziare il lavoratore vista la comunicazione nei tempi previsti.

In caso di licenziamento il datore di lavoro deve dimostrare sia l’assenza ingiustificata del dipendente, sia il comportamento scorretto che ha pregiudicato di conseguenza il rapporto di fiducia tra lui e il dipendente.

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Il lavoratore può rispondere provando che l’assenza avvenuta era inevitabile, inoltre può spiegare il motivo per non averla giustifica e per non essere stato presente a tutti i controlli. Tutto ciò può capitare ad esempio per un grave incidente, dove quindi il lavoratore si è trovato impossibilitato ad aggiornare il proprio datore di lavoro.