Gli errori più comuni che portano al fallimento di un’impresa possono essere molteplici, ma ecco gli errori più comuni commessi.
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In primis quando si comincia un’attività si pensa di essersi sistemati e che sarà tutto in discesa, questo è l’errore peggiore che si possa fare quando ci si trova con un’attività in mano. L’obiettivo deve essere sempre quello di far crescere l’imprese, con il pensiero fisso al miglioramento e allo sviluppo continuo. Per quanto riguarda invece la squadra di lavoro, che opera all’interno dell’impresa, il dirigente deve sempre assegnare compiti e far capire a tutti quali devono essere gli obiettivi da raggiungere. Inoltre molte volte non serve affatto un partner ma è meglio investire su dei buoni collaboratori. Cercare un partner non è infatti un passaggio obbligatorio, molte volte potrebbe essere d’aiuto, altre è una decisione totalmente fallimentare, si devono quindi valutare tutti i pro e i contro, prima di prendere la decisione di cercare un partner.
Precisando che gli obiettivi e le responsabilità non devono essere chiare soltanto ai collaboratori, ma anche a chi dirige. Creare mille strategie e grandi obiettivi, va bene, ma devono anche essere portati a termine.
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Passiamo poi al risparmio, ciò significa evitare di acquisire personale specializzate, perché convinti che tutto può essere fatto da chiunque, quindi chiamare persone specializzate sarebbe soltanto una perdita di soldi. Questi errori purtroppo vengono capiti soltanto quando ci si trova a combattere con il fallimento e molte volte provare a recuperare non serve più. Il denaro è essenziale quando si avvia unì’impresa, per questo non basta soltanto calcolare il capitale iniziale, ma bisogna calcolare anche le spese future e non provare a risparmiare dove non si può.