Se il manager è un algoritmo

di Chiara Basciano

15 Luglio 2015 12:00

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Le decisioni prese da un computer non sbagliano mai ma la componente umana ancora vince.

In un’era digitale come questa i compiti degli esseri umani possono essere rimpiazzati dal supporto tecnologico, tanto che si è arrivati a calcolare che qualunque manager potrebbe essere sostituito da un algoritmo, da una macchina in grado di valutare le informazioni e prendere, di conseguenza, le decisioni migliori.

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Ma questo vale in un mondo in cui non ci siano relazioni umane capaci di motivare, entusiasmare e coinvolgere. Il manager robot infatti andrebbe bene per dipendenti robot, che svolgano semplicemente il lavoro richiesto. Per fortuna un’azienda si basa però sulla creatività, sulla possibilità di infrangere le regole e ricominciare scegliendo un’altra direzione. Allora la componente umana batte quella tecnologica.

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Il caso di Uber, la compagnia di trasporto privato che mette in contatto diretto autisti e clienti, ha fatto sì che si cominciasse a parlare di Uberizzazione intendendo il taglio netto dell’organizzazione tipica, tanto da creare società senza vertici aziendali. Il caso concreto di un manager sostituito da un computer. Per fortuna per i manager però non tutte le società sono pronte a compiere il passo tecnologico, e anche se la strada sembra essere quella, grazie alla cospicua riduzione dei costi, essa appare ancora molto molto lunga.