Il licenziamento può avvenire per diverse motivazione, per questo esistono anche diversi tipi di licenziamento tra qui quello disciplinare.
=> Licenziamento disciplinare
Come si intuisce dal nome stesso, il licenziamento disciplinare avviene proprio i quei casi i cui il lavoratore attua sul lavoro dei comportamenti che violano le regole stabilite dalla legge, dai contratti collettivi e che non rispetta le norme contenute nel codice disciplinare dell’azienda. Il licenziamento disciplinare non può essere usato quindi in tutti i casi, ma deve esserci di base un motivazione provata e valida, in cui realmente il lavoratore ha violato le regole stabilite.
=> La tempistica del licenziamento disciplinare
Per questo motivo in caso di un licenziamento disciplinare illegittimo, il lavoratore può avviare una contestazione. Ma in che modo? Dopo aver esaminato le ragioni per cui è stato attuato un licenziamento disciplinare, si deve valutare la reale presenza della motivazione, nel caso in cui si pensa che il licenziamento illegittimo sta avvenendo su una base non vera, si può entro 60 giorni inviare al datore di lavoro, una raccomandata con la quale si contestano le ragioni del licenziamento. Dopo di che se il datore di lavoro entro 180 giorno non ritirerà il licenziamento, è necessario prendere una strada alternativa.
=> La tempistica del licenziamento disciplinare
Più precisamente si può depositare il ricorso nella cancelleria del Tribunale, richiedere una conciliazione o un arbitrato. Se il licenziamento dopo tutto risulta illegittimo, il Giudice può in alcuni casi, condannare il datore di lavoro a pagare al lavoratore una indennità, ma interrompendo comunque il rapporto di lavoro. In altri casi annullare il licenziamento, ordinare al datore di lavoro di riprendere in servizio il lavoratore e condannare il datore di lavoro a pagare al lavoratore un’indennità non superiore a 12 mensilità.