Il lavoro è circondato da problematiche meno e più gravi. Per alcuni si parla di una bassa retribuzione, per altri di troppo lavoro e per altri ancora si parla di vere e proprie violenze sul posto di lavoro.
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La maggior parte delle volte però, nell’ultimo caso, sono pochissimi i lavoratori che denunciano l’accaduto, si parla di comportamenti che vanno a danneggiare lo stato fisico e mentale di un lavoratore. Ma perché chi li subisce tace? Purtroppo spesso la paura ferma la voglia di dire basta, trovandosi costretti a subire comportamenti sbagliati e potenzialmente violenti. Il lavoro spesso è troppo importante per rischiare di perderlo, questo pensiero porta un lavoratore che subisce violenze ad accettare qualsiasi cosa pur di non perdere il proprio posto di lavoro. Purtroppo si pensa di trovarsi sempre dalla parte del torto, tutto questo però non è reale, ma al contrario questo pensiero è dato dallo stato emotivo che le violenze portano. Nessuno ha il diritto di perseguitare o comunque danneggiare un altro lavoratore, per questo nessuna motivazione può essere accettabile o comprensibile. Questo elemento spesso aiuta chi subisce violenze a capìre che si deve denunciare sempre.
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La motivazione principale per cui un lavoratore non denuncia è la paura di ritorsioni, di perdere il lavoro e di non essere creduti. Se con le persone all’interno del lavoro non si riesce a parlare, può aiutare comunicare ciò che si vive ad una persona al di fuori del lavoro, questo aiuterà a trovare più facilmente un aiuto.