Il lavoro è nato per il bisogno di creare dei servizi e dei prodotti e per la necessità di retribuzione per i lavoratori. Una routine che tira verso di se moltissime lamentele.
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Lamentele che in un periodo di crisi possono essere basate su dei reali eventi, ma che in altri casi nasce semplicemente dal bisogno di sfogarsi e di contrastare il proprio lavoro. Ovviamente per un’azienda conoscere le richieste e le lamentele di un lavoratore, significa migliorare il proprio ambiente lavorativo, così facendo si aumenta la produttività, la concentrazione e la serenità. Ci sono però delle lamentele basi presenti in tutti i lavori, in tutti gli ambienti lavorativi e in tutti i tipi di figure professionali.
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La più sentita e probabilmente ad oggi la più vera riguarda la retribuzione, lamentarsi per uno stipendio troppo basso si trova in cima alla lista. Una lamentela comune e spesso realmente presente, in quanto ad oggi molti lavori rispetto alle mansioni hanno una retribuzione troppo bassa. Ma lo stipendio è protagonista anche di altri dubbi e problematiche, nonché la discriminazione salariale, riguardante ad esempio la discriminazione più comune, come quella tra donne e uomini.
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Discriminazione di salario che si tramutano anche in favoritismi veri e propri anche sul posto di lavoro, ad esempio nel caso in cui un capo stringe dei rapporti amichevoli con un dipendente, agevolando così il lavoratore per le ferie, per le mansioni o per i permessi. Ma insieme alla retribuzione si trovano le mansioni, più precisamente il carico di lavoro, che secondo i lavoratori spesso è troppo pesante e sono presenti consegne troppo ravvicinate in rapporto all’impegno richiesto. Non mancano ovviamente le problematiche meno gravi, come la temperatura in ufficio, che anche se meno importanti spesso danneggiano l’umore e vanno a ridurre anche la produttività. Per questo spesso un’azienda deve dar peso alle critiche e lamentale dei clienti, per capire e valutare quando si tratta di esagerazione e quando di verità.