Per un lavoro produttivo deve essere presente un buon ambiente ed un buon capo.
Il capo è la base di un’azienda la rispecchia e la guida, deve avere la capacità di comunicare, di ascoltare e di coinvolgere al meglio tutti i dipendenti. Molte le strade percorse da chi ricopre questo ruolo, molte prove e molte convinzioni ma spesso nessuna verità ritrovandosi così presto a sbagliare e perdere dipendenti validi. Tra le tante storie troviamo in cima quelle dei capi tiranni e insensibili e subito dopo quelle dei capi amici. Nulla di più sbagliato sia nel primo che nel secondo caso. Nessuno dei due estremi fa bene ne al capo ne al gruppo di lavoro, il capo ricopre un ruolo preciso che deve rimanere tale in qualsiasi situazione. Ma se il capo diventa amico con i propri dipendenti, quest’ultimi si sentono più tranquilli, lavorando così meglio e di più? No. Il capo deve ricoprire il suo ruolo, mantenendo sempre la giusta dose di autorevolezza. Bisogna però precisare due aspetti fondamentali, il capo per essere rispettato non deve essere per forza autoritario, rigido ed emanare clima di terrore.
Non è quindi vietato un atteggiamento simpatico, affabile e disponibile che sappia inoltre saper criticare o saper premiare nel giusto modo un dipendente. Far nascere dei rapporti di amicizia invece è distruttivo sia per il capo, sia per l’ambiente di lavoro e sia per gli altri colleghi. Si possono andare a creare delle situazione che possono essere prese dal resto del team come dei favoritismi. Tutto questo può andare a creare delle situazioni difficili all’interno del gruppo del lavoro, con conseguenze sulla qualità del lavoro. Se si crea un rapporto di amicizia con un dipendente, anche pensando di rimanere equi sul lavoro, si possono creare all’interno del team dei fraintendimenti, alcuni dipendenti possono arrivare a pensare che si sta proteggendo o favorendo il dipendente amico.
Inoltre il dipendente amico si sentirà in diritto di fare più richieste e il capo con il potere del suo ruolo accetterà fino a che possibile, ciò a lungo andare a creare problematiche. Ciò è valido anche per i giudizi, il capo non riuscirà mai, pur volendo, a criticare il dipendente con lo stesso giudizio che utilizzerà per gli altri, sarà sempre più gentile e accondiscendente. Il ruolo del capo deve rimanere tale eliminando gli atteggiamenti aggressivi e mantenendo la serietà e la serenità che servono in questo ruolo. L’amicizia non aiuterebbe in nessun modo a migliore l’ambiente lavorativo e la figura del capo stesso.