In occasione della festa della donna appare doveroso fare un quadro della situazione del lavoro al femminile. Manageritalia (Federazione nazionale dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato) ha per questo resi i noti riguardanti la presenza femminile nelle aziende private.
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I numeri parlano chiaro: le donne dirigenti nel settore privato sono cresciute del 20% negli ultimi cinque anni, eppure, nonostante ciò, rappresentano solo il 16%. I presupposti perché i numeri crescano ancora ci sono, ma le aziende devono continuare a fare attenzione al valore dato alla presenza femminile. Se si può parlare di dati positivi per quanto riguarda la dirigenza non lo si può fare altrettanto per quanto riguarda la disoccupazione giovanile delle donne. I dati infatti appaiono preoccupanti con un raddoppio negli ultimi dieci anni, passando dal 25,4% del 2006 al 42,6% del 2015.
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Le regioni particolarmente interessate dal problema sono quelle del Sud, con il picco negativo del 70% della Calabria. All’ultimo posto della classifica invece si posiziona il Trentino Alto Adige, con una percentuale comunque piuttosto alta del 20,6%.
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Marisa Montegiove, coordinatrice del Gruppo Donne Manager di Manageritalia, punta l’attenzione sulla necessità delle politiche di inclusione, allargando quindi lo sguardo «I cambiamenti in atto nella società e nel mondo del lavoro ci impongono di superare quelle “distorsioni” che sono un freno per costruire una società inclusiva, ma ancor più capace di competere e creare sviluppo e occupazione. Seppure il dato sulla disoccupazione giovanile riponga le donne al centro, crediamo che si debba guardare al problema in modo più ampio».
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