Com’è percepito lo Smart Working in Italia e a che punto siamo nella sua adozione? Ha risposto a queste domande la survey condotta da ISTUD e presentata ieri al convegno dal titolo Smart Working, smart world?, a Milano.
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Da quanto risulta la diffusione di questa nuova cultura del lavoro sta prendendo sempre più piede, grazie ai vantaggi che ne derivano. Infatti la ricerca, condotta su 278 manager, indica un risparmio di costi per chi lo adotta (per il 56,5%), e un risparmio di costi per l’azienda (per il 61,5%), oltre a permettere un miglior equilibrio tra vita privata e lavoro, nel dettaglio le caratteristiche peculiari dello Smart Working sono considerate flessibilità (per il 90% dei rispondenti), autonomia (per il 66%) e tecnologia (per il 65%).
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Implementare questa nuova cultura però non è così semplice come possa sembrare, visti i notevoli vantaggi, infatti vi sono ancora resistenze dovute alla necessità del controllo da parte dei manager. Infatti per adottare lo Smart Working i manager devono possedere alcune caratteristiche particolari, come evidenziato dalla ricerca. Deve dimostrare chiarezza nel fissare obiettivi e responsabilità, per il il 93%, e deve generare un alto coinvolgimento delle risorse gestite per l’82%. Da parte sua anche lo smart worker però deve mostrarsi incline ad adottarlo. Le sue caratteristiche devono essere: capacità di lavorare in autonomia (86,7%) e di saper gestire il proprio tempo (82,2) ma anche la passione e la motivazione per il proprio lavoro (76,8%).
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Infine la ricerca ha messo in evidenza quattro punti utili a migliorare l’adozione dello Smart Working. Si tratta di proporre gradualità e sperimentazione, introducendo lo smart working attraverso progetti pilota, secondo punto è l’introduzione del nuovo modello organizzativo del lavoro, concentrandosi sulla definizione degli obiettivi e sulla valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del personale. Terzo è l’utilizzo di dispositivi tecnologici per accedere ai dai aziendali, e quarto è favorire l’adozione di questa nuova cultura del lavoro, combattendo la barriere del presenzialismo e del controllo, puntando al cambiamento degli stili di leadership dei manager e al cambiamento delle modalità di lavoro dei collaboratori.
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