La penisola si caratterizza non solo per un divario retributivo ancora molto evidente tra i due sessi, ma anche per una notevole disparità tra il tasso di occupazione che caratterizza le componenti maschili e femminili.
=> In Italia solo il 26% di donne manager
A evidenziare questi dati è il rapporto “Le dinamiche del mercato del lavoro nelle province italiane” stilato dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro.
Se il tasso di occupazione femminile maggiore caratterizza la Provincia di Bologna (66,5%), quello più basso riguarda Barletta-Andria-Trani (24,1%). Vicine alla percentuale del capoluogo emliliano-romagnolo sono Bolzano (66,4%), Arezzo (64,4%) e Forlì-Cesena (63,3%).
«Lo squilibrio tra tasso d’occupazione maschile e femminile – si legge sul report – è strettamente correlato allo squilibrio nella suddivisione del carico familiare tra donne e uomini e nella disponibilità e costo dei servizi di cura per i bambini, che sono molto differenziati nelle due aree del paese, ma anche e soprattutto all’aspettativa retributiva delle donne, che se è bassa non rende conveniente lavorare in presenza di figli a carico, perché il costo dei servizi sostitutivi per la cura dei bambini e per il lavoro domestico possono superare lo stipendio o ridurlo drasticamente.»
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