I giovani non hanno voglia di lavorare, i giovani non cercano lavoro e i giovani non sono capaci, quante volte si leggono queste frasi sui titoli dei giornali o si pronunciano per le strade, nelle scuole o negli uffici?
La collaborazione tra manager giovani e anziani
Tante, troppe volte, soprattutto senza basi e reali eventi, può capitare di trovarsi difronte una persona sfaticata, poco capace, ritardataria e maleducata, ma capita ad ogni età che sia di 20 anni o 40 anni. I stereotipi però riguardano la gioventù sfaticata e per gli altri, anche se ugualmente sfaticati, il problema non si pone perché da condannare sono solo i giovani. Bisogna specificare però che chi cerca un lavoratore cerca professionalità, conoscenze e capacità e la maggior parte delle volte vengono preferiti i lavoratori con un’età maggiore, di conseguenza un’esperienza lavorativa più ampia. Per un’azienda rischiare su un giovane con poca esperienza è come fare un tuffo nel buio e spesso con la crisi, nessuno vuole rischiare di sbagliare. Il problema principale è la discrimazione da parte delle aziende e non la poca voglia di lavorare dei giovani. I giovani sul lavoro spesso si prendono le colpe di un sistema sbagliato, colpiti dai pregiudizi è per questo che si deve specificare che il problema sta sia alle basse possibilità che l’Italia da ai giovani per formarsi e per aggiornarsi, sia alle aziende che non permettono ai giovani di iniziare un percorso lavorativo e non hai giovani e soprattutto non ha tutti automaticamente. Ci saranno, come detto in precedenza, giovani sfaticati come però ci sono persone più adulte sfaticate. Fortunatamente molti pensano che le capacità e le conoscenze non possono essere basate solo sulla età e quindi danno molto peso e valore alle generazioni più giovani che possono dare novità, idee e spesso anche innovazione.