Lavorare di notte significa svolgere la propria attività durante il periodo notturno, per almeno tre ore al giorno in modo abituale e continuativo o per almeno tre ore per almeno 80 giorni lavorativi nell’arco di un anno.
Turni di notte e rischi
Per questa tipologia di fascia oraria ci sono delle tutele e degli obblighi rispetto l’orario ed anche rispetto le categorie che possono svolgere o meno questo tipo di lavoro. Per quanto riguarda l’orario di lavoro non può superare le 8 ore in media nell’arco delle 24 ore calcolate a partire dall’inizio della prestazione. Specificando che il limite di 8 ore viene calcolato su un periodo di riferimento più ampio definito dalla contrattazione collettiva o aziendale. Per quanto riguarda le categorie per i soggetti minorenni, il lavoro notturno è sempre assolutamente vietato, inoltre le donne, dalle ore 24 alle ore 6, nel periodo che intercorre tra l’accertamento dello stato di gravidanza e il compimento di un anno di età del bambino. Aggiungendo anche che non possono essere obbligati a svolgere attività lavorativa nel periodo notturno le lavoratrici madri o padri di bambini di età inferiore a tre anni, i genitori unici affidatari di minori di anni 12 e coloro che hanno a carico disabili. Infine parlando della retribuzione il lavoro notturno, non compreso in regolari turni periodici, deve essere retribuito con una maggiorazione rispetto al lavoro diurno, mediamente intorno al 20-30%.
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