Qual è il reddito medio dei lavoratori autonomi in Italia? Il report realizzato dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre rileva un guadagno annuo pari a 26mila euro, tuttavia le disparità regionali non mancano.
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Il documento si riferisce ai redditi medi dei lavoratori autonomi relativi alla dichiarazione dei redditi 2016 (anno di imposta 2015) e, stando ai dati, in cima alla graduatoria delle città che ospitano gli autonomi più ricchi compare Milano (reddito medio è di 38.140 euro), seguita da
Bolzano (35.294 euro), Lecco (33.897 euro), Bologna (33.584), Como (32.298 euro) e Monza (32.022 euro).
Fanalino di coda, invece, sono le Partite IVA calabresi attive a Cosenza (16.318 euro), Crotone (15.645) e Vibo Valentia (15.479 euro).
«Sebbene i dati riferiti al reddito medio siano abbastanza positivi – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – non dobbiamo dimenticare che la crisi ha fortemente polarizzato il mondo degli autonomi, condizionando questi risultati. Tra i redditi più elevati, ad esempio, troviamo la fascia di lavoratori tra i 50 e i 65 anni. Il che non deve stupire, se è vero che l’esperienza e la rete di relazioni aumentano con l’esercizio della professione. Viceversa, gli under 40 hanno subito un processo di proletarizzazione della professione che è stato spaventoso. Il crollo dei redditi, l’aumento della precarietà, l’elevata intermittenza lavorativa e lo scarso grado di autonomia hanno caratterizzato l’attività lavorativa di centinaia di migliaia di giovani professionisti. Questa situazione, inoltre, ha divaricato le disparità territoriali: in particolar modo tra il Nord e il Sud del Paese.»
Dal report, inoltre, si evince che il 40% dei lavoratori autonomi si concentra prevalentemente nel comparto metalmeccanico che caratterizza la zona emiliana e la dorsale adriatica, così come lungo l’asse Milano-Trieste dove sorgono aziende e industrie specializzate nella minuteria meccanica, produzione di macchinari, agricoltura di qualità, moda e arredi.
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