Ammonta a oltre 500mila il numero di italiani che tra il 2008 e il 2015 hanno lasciato la penisola spostandosi all’estero per motivi di lavoro, scegliendo prevalentemente la Germania, il Regno Unito e la Francia.
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Questa è la cifra emersa dal rapporto: “Il lavoro dove c’è” realizzato dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro, documento che sottolinea anche come nello stesso periodo di tempo quasi 300 mila stranieri siano rimpatriati perché l’Italia non sembra aver offerto loro le opportunità occupazionali sperate.
Il report, inoltre, informa sugli spostamenti tra le varie regioni, segnalando trasferimenti da parte più di 380 mila italiani dal Sud al Centro e al Nord della penisola. Ci sono tuttavia alcuni centri che vantano ancora un numero cospicuo di occupati residenti:
«Lavorare nel comune di residenza sembra, infatti, un privilegio riservato agli occupati tra i 15 ed i 64 anni residenti in 13 grandi comuni con oltre 250 mila abitanti. Tra questi comuni, Genova, Roma e Palermo registrano nel 2016 oltre il 90% di occupati residenti. Inoltre, più di un occupato su dieci lavora in una provincia diversa da quella di residenza.»
Epicentro degli spostamenti interprovinciali, come sottolinea il rapporto, è Milano, che rappresenta la provincia di destinazione e di partenza dei lavoratori pendolari in sei delle dieci tratte principali tratte prese in esame.
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