L’Italia vanta una presenza femminile nei ruoli apicali ancora inferiore alla media europea, caratterizzata da un 22% di donne manager ai vertici contro un 29%.
=> In Italia solo il 26% di donne manager
A rivelarlo è lo studio promosso da The Boston Consulting Group e Valore D (“Women at the top”), indagine basata su 2500 interviste condotte nell’ambito dei responsabili delle risorse umane di aziende nazionali e multinazionali presenti sul territorio.
Uno studio che focalizza l’attenzione sugli ostacoli che limitano la carriera femminile impedendo l’accesso ai vertici aziendali: in cima alle criticità compare la cultura aziendale (come afferma il 48% del campione), seguita dalla poca chiarezza che caratterizza i percorsi di crescita (26%) e dagli impegni legati alla vita privata e familiare (23%).
«Questa ricerca – afferma Sandra Mori, presidente di Valore D – fotografa con chiarezza la presenza femminile in Italia. I dati parlano chiaro: più di due terzi delle donne ritiene che i principali ostacoli alla carriera siano culturali. Le aziende possono giocare un ruolo determinante per l’occupazione e la valorizzazione del talento femminile e Valore D è al loro fianco per implementare soluzioni concrete. Dalla formazione sui pregiudizi inconsapevoli per uomini e donne, ai programmi di mentorship, crescita professionale (Accelerating Path e C-Level School) per le donne e WelfareLab per le risorse umane.»
Secondo la ricerca, inoltre, le aziende potrebbero mettere in atto quattro azioni concrete per ridurre il gap di genere in ambito professionale:
- coltivare i talenti avvicinando il mondo dell’istruzione e quello del lavoro;
- pianificare la carriera femminile garantendo un adeguato numero di candidate a alle posizioni chiave;
- creare una cultura aziendale improntata sull’offerta di supporto alle donne per quanto riguarda la conquista del work-life balance;
- valorizzare i risultati ottenuti.
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