Riuscire ad integrare una formazione innovativa, basata sulla tecnologia, con forme e modalità più canoniche è la strada migliore per offrire ai propri dipendenti un’evoluzione professionale. Se infatti da un lato gli strumenti tecnologici, quali software o lezioni video, aiutano ad aprire nuove prospettive, non si può cancellare il vecchio rapporto con il docente, sano punto di riferimento.
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L’integrazione di vecchio e nuovo può essere definita con una metodologia ben definita, si tratta del Blended Learning, che fa dell’incontro tra tradizionale ed innovativo il suo punto di forza. Nel dettaglio Docebo segnala in cinque punti come sfruttarne le potenzialità. Prima di tutto bisogna avere un programma personalizzato a seconda degli utenti, non si può proporre una formazione standard, ma bisognerà studiare livello di comprensione e preparazione dei dipendenti prima di creare un corso soddisfacente.
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Altro dato di cui tenere conto è il contesto territoriale, analizzando la capacità di trasmissione dei dati attraverso internet ed essendo consapevoli degli strumenti che possono davvero avere una diffusione capillare ed equa tra gli utenti. La modalità migliore è quella di procedere per piccoli obiettivi, tracciando le mappe della formazione e i risultati ottenuti.
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Inoltre i due sistemi devono procedere di pari passo, dando l’opportunità agli utenti di dare il loro contributo e di diventare parte attiva della formazione, in nome di un insegnamento capovolto, utile per testare le capacità raggiunte. Infine tener sempre presenti i feedback per capire se la formazione proposta è adeguata al contesto e riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati.
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