Il “Rapporto 2017 sulle libere professioni in Italia” parla chiaro: ammontano a 1,4 milioni i liberi professionisti attivi sul territorio, in pratica il 5% della forza lavoro complessiva tanto da rendere la penisola il Paese con il maggior numero di queste figure a livello europeo.
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Secondo Confprofessioni, inoltre, ogni anno sono oltre 250 mila le persone che scelgono la strada della libera professione e questo numero è destinato a crescere sia nelle professioni ordinistiche che nelle professioni non ordinistiche, sebbene vi siano alcune disparità regionali.
«Il profondo processo di trasformazione sociale ed economico degli ultimi dieci anni, complice anche la più grave crisi economica dal dopoguerra a oggi, ha modificato radicalmente l’universo delle libere professioni, determinando una significativa stratificazione territoriale, generazionale e reddituale – sottolinea il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. – Le profonde differenze tra Nord e Sud, il gap di genere e il “precariato” dei giovani, la significativa contrazione dei redditi (-20% in dieci anni) sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno socio-economico, spesso sottovalutato dalla politica ma che incide profondamente nei meccanismi della crescita economica e dell’occupazione del nostro Paese».
Per quanto riguarda il reddito medio nelle professioni ordinistiche, si attesta intorno ai 46 mila euro annui allo stato attuale, mentre il gap genere dal punto di vista reddituale varia a seconda delle diverse professioni ma sempre a discapito delle donne, mentre si riduce il divario reddituale tra i professionisti under 40 e i colleghi più anziani.