Una recente indagine condotta dalla First Cisl (Federazione Italiana Reti dei Servizi del Terziario) mette nero su bianco le cifre relative alla presenza rosa nelle banche italiane, evidenziando soprattutto come siano ancora molto poche le donne che occupano posizioni apicali.
=> In Italia solo il 26% di donne manager
Non solo. Secondo il rapporto anche le differenze retributive sono ancora notevoli, tanto che dal punto di vista reddituale il divario tra i due sessi è pari a 10 punti.
«È presumibile – afferma Sara Barberotti, segretaria nazionale di First Cisl e responsabile delle politiche di genere del sindacato – che a fine 2017 la quota femminile risulti ulteriormente accresciuta per effetto degli ingenti esuberi definiti o annunciati nel 2017, che sfiorano i 18.000 addetti. A uscire sono soprattutto gli uomini, mediamente più anziani, poiché l’incremento della presenza femminile nelle banche ha preso avvio solo dagli anni ’80.»
Per quanto riguarda le opportunità di crescita professionale, il segretario First Cisl Giulio Romani ribadisce che:
«Dal lato degli inquadramenti, nelle banche italiane giunge tuttora a ricoprire il grado di dirigente meno dello 0,5% delle donne, a fronte del 2% per gli uomini. Alla figura di quadro direttivo arrivano in media circa 30 donne su 100, contro quote del 50% fra il personale maschile. Per converso, è più alta la presenza femminile tra le aree professionali (il 70% circa delle donne contro il 48% degli uomini).»
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