Situazione lavoro

di Chiara Basciano

23 Gennaio 2018 13:00

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Niente ottimismo per il mondo del lavoro, i dati appaiono ancora molto incerti.

I dati Istat appaiono confortanti: il mercato lavoro sta avendo una normalizzazione. Eppure non tutti la pensano così, secondo i dati forniti da CornerJob infatti siamo ancora lontani dal poter essere ottimisti. Il campione su cui è stata fatta l’analisi riguarda quelle aziende e quei talenti iscritti all’app che aiuta a cercare lavoro ma costituisce indubbiamente una fetta importante del mercato del lavoro italiano.

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Eva Maggioni, Head of Strategies & Sales di CornerJob, spiega la situazione, indicando come i millennial alla ricerca di un lavoro arrivino al 64,3% del totale, che, pur trattandosi di un miglioramento rispetto al 74% del primo semestre 2017, rappresenta sempre un valore molto alto. Uno dei problemi maggiori risiede nel considerare occupati quei lavoratori che passano da uno stage di tre mesi ad un altro, non permettendogli alcuna progettualità. CornerJob ha raccolto le lamentale di alcuni iscritti, come per esempio di Francesca, laureata in scienze dell’alimentazione, che dice «Ho trent’anni: non mi posso più permettere di aspettare, e neppure il lusso – sembra paradossale ma è così – di un lavoro poco pagato, sicuro solo nella data di scadenza a breve termine e che, quindi, che non mi lascia neppure il tempo di esprimere le competenze che mi vengono richieste in fase di colloquio».

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La Maggioni sottolinea «A livello socioeconomico questo spostare verso un’età sempre più adulta il debutto di un vero e proprio progetto professionale non significa affrontarlo con maggiore maturità e consapevolezza. Al contrario esprime spesso sfiducia e maggiore insicurezza che derivano da anni passati oscillando da uno stage all’altro “pur di non far niente”». Per quanto riguarda la distribuzione del lavoro la Lombardia è l’unica regione e poter vantare dati positivi, assorbendo il 68% delle offerte di lavoro, al secondo posto il Piemonte con il 15% a cui segue a breve distanza il Lazio a quota 14%.  Ma sono ancora molte le regioni con livelli più bassi dell’1%.

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