Sono un libero professionista ed il mio commercialista mi ha sempre contabilizzato i redditi attraverso il regime di cassa virtuale, presumendo che la data di registrazione dei documenti coincida con quella in cui è intervenuto il relativo incasso e pagamento. Ho però ricevuto un avviso bonario dell’Agenzia delle Entrate per l’anno 2016
. Tramite Contact Center mi hanno spiegato che il metodo è previsto, suggerendomi di contestare l’Ufficio Territoriale, il quale tuttavia mi ha risposto che ciascun Ufficio è libero di interpretare in maniera propria.
Eppure, da quanto spiegatomi dalla sede centrale, ai fini dell’applicazione del regime di cassa e della determinazione del reddito, è possibile la tenuta dei soli registri IVA con presunzione di incasso/pagamento senza operare le annotazioni su incassi e pagamenti, fermo restando l’obbligo di separata annotazione delle operazioni non soggette ad IVA. E che tale opzione può essere effettuata da tutti i soggetti IVA, a prescindere dal regime applicato (pag. 36 della Circolare 11/E).
Avendo provveduto alla registrazione e al pagamento IRPEF di fatture non ancora pagatemi (tenuta dei registri IVA con presunzione di incasso/pagamento) ho assolto ugualmente i miei obblighi di contribuente prendendo a mio carico eventuali rischi inerenti il mancato pagamento delle stesse, in quanto i ricavi, i compensi e le spese che hanno già concorso alla formazione del reddito, non assumono rilevanza nella determinazione del reddito degli anni successivi.
Sarei grato se mi potesse dare ulteriori delucidazioni in merito.
Le fornisco un parere generale, in base ai dati che lei presenta. Il regime di cassa per le imprese minori è previsto, e comporta tutte le semplificazioni da lei indicate. Anche in considerazione del parere che le ha fornito la stessa Agenzia delle Entrate, non mi pare sostenibile l’ipotesi della libera interpretazione degli Uffici Territoriali: l’Agenzia applica le leggi, non le interpreta. E quando sono necessari chiarimenti applicativi, a fronte di nuove norme o casi particolari, fornisce le regole da seguire (attraverso circolari, documenti di prassi, interpelli) e da applicare da parte di tutti gli Uffici. La risposta del Contact Center non è assimilabile a un documento di prassi vero e proprio, di conseguenza lascia spazi interpretativi, però se si rivolge ai canali istituzionali del Fisco, presentando cioè un interpello, a quel punto la risposta diventa riferimento di prassi per tutti gli Uffici.
=> Regime di cassa: le nuove regole dal 2017
Fatte queste considerazioni, c’è tuttavia un punto da considerare: le semplificazioni sul regime di cassa sono state introdotte dalla Legge di Bilancio per il 2017 e che si applicano da quel periodo d’imposta, come da stessa circolare la lei citata (11/2017 dell’Agenzia delle Entrate). Il suo avviso riguarda il 2016, quando ancora le novità non erano applicabili. Quindi, il problema potrebbe riguardare la decorrenza delle semplificazione per il regime di cassa delle imprese minori (ma non è detto che il punto fosse questo, visto che tale regime era previsto anche nel 2016).
L’unico modo è chiarire la questione specifica con l’Agenzia delle Entrate ricorrendo agli strumenti sopra indicati. Valuti, nel frattempo, la possibilità di impugnare l’avviso o di attivare strumenti che ne sospendano l’efficacia.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz