Il credito IVA maturato nel 2023 è utilizzabile nel 2024 fino ad un importo massimo di 5mila euro, mentre per la quota in eccedenza si può optare per la compensazione, a partire dal decimo giorno successivo all’invio della Dichiarazione IVA 2024.
Serve però l’apposizione del visto di conformità rilasciato dai soggetti abilitati, oppure un’attestazione del revisore contabile.
Visto di conformità per le compensazioni IVA: come funziona
Ne sono esentati soltanto le Startup Innovative ed i soggetti ISA in regime premiale, che possono compensare il credito IVA senza visto fino a 50mila euro.
Chi rilascia il visto sulle compensazioni
In tutti gli altri casi, bisogna rivolgersi ad uno dei soggetti abilitati al rilascio del visto di conformità, ossia gli iscritti nell’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili o dei consulenti del lavoro; i periti e gli esperti delle Camere di Commercio per la sub-categoria tributi al 30 settembre 1993, con laurea in giurisprudenza o economia oppure diploma di ragioneria; i responsabili dei CAF imprese.
I requisiti per apporre il visto di conformità
Il contribuente deva verificare i requisiti del soggetto che appone il visto di conformità. Per poterlo fare, infatti, bisogna essere abilitati all’invio delle dichiarazioni fiscali, avere una polizza assicurativa per la responsabilità professionale e darne comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
Deve apporre il visto il professionista che tiene sia la dichiarazione sia le scritture contabili. Questa condizione si verifica anche nel caso di un semplice controllo diretto o di una responsabilità formale del professionista.
Come verificare dunque se un professionista è abilitato al rilascio del visto? Utilizzando l’apposito servizio web del Fisco.
I dati da verificare per rilasciare il visto
Il professionista che appone il visto di conformità verifica:
- regolare tenuta e conservazione di scritture contabili obbligatorie;
- :corrispondenza tra dati delle scritture contabili e relativa documentazione
- codice attività prevalente in Dichiarazione IVA, in caso di contabilità unificata,
- codici attività in Dichiarazione IVA per contabilità separate;
- corrispondenza tra dati della dichiarazione e risultanze delle scritture contabili;
- correttezza formale delle dichiarazioni presentate.
Infine, bisogna che si accerti la presenza di:
- operazioni attive con aliquote inferiori a quelle su acquisti e importazioni;
- operazioni non imponibili;
- operazioni di acquisto o importazione di beni ammortizzabili;
- operazioni non soggette a imposta;
- operazioni in regime di split payment (art. 17-ter, D.P.R. 633/1972);
- operazioni non imponibili effettuate da produttori agricoli.
Compensazione IVA con sottoscrizione del revisore contabile
Il revisore contabile o l’organo preposto può attestare di aver eseguito i dovuti controlli necessari al rilascio del visto di conformità. Nel calcolo del credito IVA spettante è compresa la quota di anni precedenti non ancora richiesta a rimborso e non utilizzata in compensazione.
- Se il credito IVA è pari o superiore al volume d’affari, bisogna verificare la corrispondenza tra documentazione e scritture contabili.
- Se è inferiore al volume d’affari, allora si dovrà verificare la sola documentazione rilevante ai fini IVA con imposta superiore al 10% rispetto a quella complessivamente detratta nel periodo d’imposta.
Gli step della procedura
Il professionista che rilascia il visto di conformità (persona fisica) trasmette telematicamente la dichiarazione (se lo fa un soggetto diverso, deve esserci un collegamento, ad esempio sono entrambi parte dello stesso studio associato), conserva copia della documentazione acquisita e la check-list dei controlli svolti.
I professionisti con i requisiti richiesti possono apporre il visto di conformità anche sulle proprie dichiarazioni senza rivolgersi a terzi.