Un emendamento al disegno di legge sulla riforma degli incentivi alle imprese – approvato in Commissione Industria al Senato – ne introduce l’equiparazione con i professionisti.
L’emendamento sancisce il principio «che la qualificazione di professionista non osta alla possibilità di usufruire di specifiche misure incentivanti ove ne ricorrano i presupposti e ove previsto».
Equiparazione tra Professionisti e Imprese per gli incentivi
Il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Commercialisti, Elbano de Nuccio, sottolinea che questa norma, inserita nell’ambito della complessiva revisione e razionalizzazione del sistema degli incentivi fiscali alle imprese, introduce «uno specifico criterio direttivo che dispone la parità di trattamento tra tutti gli operatori economici», definendolo «una conquista fondamentale».
Ddl delega di riforma incentivi
La Commissione Industria al Senato ha concluso i lavori ed il testo sarà in Aula a Palazzo Madama dopo la pausa estiva. Successivamente, dovrà passare alla Camera. Il ddl di riforma degli incentivi alle imprese è una legge delega, per cui dopo l’iter di approvazione parlamentare l’esecutivo avrà 24 mesi (due anni) per approvare i decreti legislativi attuativi.
Gli obiettivi fondamentali della riforma sono i seguenti:
- razionalizzare l’offerta di incentivi, individuando un insieme definito, limitato e ordinato di modelli di agevolazioni, ad esclusione delle misure di incentivazione in favore dei settori agricolo e forestale, nonché della pesca e dell’acquacoltura;
- armonizzare la disciplina di carattere generale in materia di incentivi alle imprese, coordinandola in un testo normativo principale, denominato « codice degli incentivi».
L’equiparazione dei professionisti nell’accesso agli incentivi viene inserita fra i principi fondamentali:
- pluriennalità e certezza dell’orizzonte temporale delle misure di incentivazione e della loro adeguatezza rispetto agli obiettivi socio-economici posti. Questo, in coerenza con le esigenze di programmazione finanziaria e di bilancio e con le valutazioni ex ante sulla base di analisi di contesto e indicatori di riferimento, ferma restando la possibilità di una rimodulazione nel tempo, alla luce dell’effettivo andamento delle misure medesime e delle esigenze di finanza pubblica;
- misurabilità dell’impatto nell’ambito economico oggetto di incentivi, sulla base della valutazione in itinere ed ex post, delle principali misure relative alle politiche di incentivazione in termini di obiettivi socio-economici raggiunti, anche al fine di perseguire una migliore allocazione delle risorse;
- programmazione degli interventi di incentivazione da parte delle amministrazioni competenti;
- coordinamento oggettivo e soggettivo delle misure di incentivazione in modo da raggiungere, a parità di risorse, il massimo effetto derivante dall’applicazione delle stesse e da evitare duplicazioni e sovrapposizioni tra soggetti che gestiscono politiche pubbliche di incentivazione;
- agevole conoscibilità delle misure di incentivazione da parte degli imprenditori, in relazione agli obiettivi e alla condizione;
- digitalizzazione e semplicità delle procedure, al fine di ridurre, nella misura più ampia possibile, gli oneri burocratici a carico degli imprenditori;
- ampia coesione sociale, economica e territoriale, con particolare riferimento alle politiche di incentivazione della base produttiva del Mezzogiorno;
- valorizzazione del contributo dell’imprenditoria femminile alla crescita economica e sociale del Paese.
- la qualificazione di professionista non osta alla possibilità di usufruire di specifiche misure incentivanti, dove ne ricorrano i presupposti e dove previsto.