Per i commercialisti il lockdown ha portato a un brusco calo del fatturato, che nel mese di aprile è diminuito di circa un terzo. Questo dato emerge dall’indagine promossa dall’Osservatorio Covid-19 del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, che ha condotto un sondaggio su un campione di 1125 professionisti.
Il 54% degli intervistati, infatti, afferma di aver subito una riduzione del fatturato che supera di un terzo rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Per il 35%, invece, la flessione ha superato i 10 mila euro, mentre il bonus di 600 euro concesso dal Decreto Cura Italia per il mese di marzo 2020 è stato percepito solo dal 34%.
Uno dei problemi condivisi dai commercialisti, inoltre, riguarda la decisione presa da molte imprese clienti di non ripartire al termine del lockdown: questa situazione riguarda il 59% dei professionisti interpellati.
Il motivo principale che spinge le imprese a cessare l’attività, stando a quanto dichiarano i commercialisti, è la carenza di liquidità seguita dall’onerosità dei protocolli di sicurezza e dal rischio penale legato al mancato rispetto di queste nuove normative.
I dati che emergono da questo sondaggio – afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani – certificano inequivocabilmente la condizione di sofferenza della categoria, ma anche il fatto che una fetta molto rilevante di quanti dichiarano perdite significative rimane tagliata fuori non solo dall’accesso ai contributi a fondo perduto – incredibilmente inibito dal Dl Rilancio a tutti i professionisti – ma anche dal bonus 600 euro.
Secondo il Consiglio, inoltre, è importante garantire ai professionisti ordinistici un trattamento uguale a quello riservato alle imprese.