La stretta sulle Partite IVA, pur se alleggerita rispetto alle prime ipotesi, non piace agli esponenti delle professioni, i lavoratori autonomi sarebbero la categoria maggiormente penalizzata dalla Legge di Bilancio 2020: dalle loro tasche escono circa 3 miliardi in tre anni, secondo i calcoli dei Commercialisti.
Le penalizzazioni
Nel dettaglio, le Partite IVA perdono nel complesso 208,8 milioni di euro nel 2020, quasi 1,8 miliardi nel 2021 e 1,2 miliardi nel 2022.
Le misure che li penalizzano sono l’abolizione della flat tax al 20% per chi incassa da 65mila a 100mila euro e le modifiche al regime forfettario, che introducono nuovi paletti.
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I rilievi
«Come lavoratori autonomi – commenta il presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, Massimo Miani – non contestiamo a priori questi interventi, alcuni dei quali possono anzi essere considerati condivisibili, ma troviamo inaccettabile che nemmeno un euro delle risorse recuperate da queste modifiche sia stato reimpiegato a favore dello stesso comparto delle Partite IVA, ad esempio estendendo il regime del 15% fino a 65mila euro anche a chi svolge l’attività in forma associata, così da evitare di penalizzare le aggregazioni tra professionisti e ditte individuali».
Condivide questi rilievi il Consiglio Nazionale Forense, esprimendo «delusione per la scarsa attenzione riservata ai lavoratori autonomi».
Il presidente dell’Ordine degli Avvocati, Andrea Mascherin, ritiene che siano necessari interventi per i lavoratori autonomi, «in particolare per le nuove generazioni alle quali va garantita la possibilità di organizzare strutture professionali moderne», introducendo semplificazioni oltre riducendo la pressione fiscale.
Le proposte
La proposta degli avvocati: «detrarre le spese legali, perlomeno per le materie più socialmente sensibili, come penale, famiglia, lavoro, minori. Siamo fiduciosi che dal percorso parlamentare possano scaturire le necessarie modifiche. Vogliamo considerare chiusa l’era, non remota e che sarebbe un grave errore politico riesumare, di un approccio ideologicamente ostile al lavoro autonomo».
Ricordiamo in estrema sintesi che la legge di Bilancio 2020 e il decreto fiscale collegato eliminano la possibilità di applicare la tassazione agevolata al 20% alle partite IVA che ricavano fra i 65mila e i 100mila euro (la norma era stata inserita nella manovra dello corso anno, con entrata in vigore 2020, e ora è stata eliminata, per cui non verrà mai applicata).
Resta invece il regime forfettario con aliquota del 15% fino a 65mila euro, ma ci sono alcune restrizioni rispetto all’attuale normativa: tetto di 20mila euro per i compensi ai collaboratori, niente regime forfettario per chi ha un reddito da lavoro dipendente sopra i 30mila euro.