Arrivano i controlli antiriciclaggio della Guardia di Finanza, che in materia ha gli stessi poteri di accesso ai dati dell’Agenzia delle Entrate, e potrà eventualmente rivolgersi ai professionisti obbligati alla verifica della clientela. Si tratta dell’applicazione del Dlgs 60/2018, in adeguamento alle direttive europee in materia.
Se un’autorità finanziaria estera chiede una verifica alle autorità italiane, queste ultime hanno fra i 70 e i 90 giorni di tempo per rispondere. In base al decreto citato, Gdf e Agenzia delle Entrate hanno accesso:
a tutti i documenti, ai dati, e alle informazioni acquisiti in assolvimento dell’obbligo di adeguata verifica della clientela ai sensi dell’articolo 18 del decreto legislativo 231/2007.
Le Fiamme Gialle, ricevuta la richiesta di verifica dall’estero, effettuano quindi un’analisi dei dati a disposizione. Nel caso in cui no rilevi profili di criticità, si rivolge direttamente al professionista per chiedere spiegazioni utili a rispondere all’istanza arrivata dall’autorità estera.
Se invece la prima analisi sui dati fa rilevare aspetti non chiari, possono scattare più approfonditi controlli fiscali di antiriciclaggio.
In generale, la Guardia di Finanza ha poteri per svolgere immediatamente indagini nel caso in cui ritenga ci siano rischi di elusione o evasione.
In questo momento le operazioni stanno riguardando le richieste di informazioni relative al 2018.