La Hong Kong indiana. Così HSBC Private Bank ha recentemente definito, per potenzialità di sviluppo, lo Sri Lanka. Secondo quanto dichiarano gli analisti del noto istituto di credito, infatti, l’economia dell’area potrebbe subire un rimbalzo definito “spettacolare”, dopo aver registrato un forte rallentamento durante l’ultimo anno, e dopo aver passato, tra alti e bassi, ben trent’anni di conflitti civili.
Ora il peggio sembra passato, e l’economia dell’isola dell’Oceano Indiano avrebbe tutte le carte in regola per riprendere celermente una strada di sviluppo che potrebbe condurla a diventare uno dei poli asiatici maggiormente attrattivi di investimenti esteri.
A giocare un ruolo determinante dovrebbe inoltre essere l’impressione di una contrazione degli effetti negativi della recessione internazionale, che ha di fatto frenato all’1,5% il ritmo di espansione dell’economia dello Sri Lanka nell’ultimo quarto, comparato con lo stesso periodo dell’anno precedente.
Oltre al ruolo di natura finanziaria, lo Sri Lanka è candidato per essere un hub commerciale di impareggiabile valore, potendosi proporre come una via di scambio tra la vicina India (l’isola dista circa 30 chilometri dal subcontinente, a sua volta una delle zone più attraenti per gli investimenti esteri) e il resto del mondo.
Ma la determinante che genera maggiore ottimismo negli osservatori è relativa alla fine della guerra civile, con la resa delle Tigri Tamil. Una pace e una serenità che si auspica duratura, nell’area che per tanto tempo ha dovuto subire i conflitti finalizzati al riconoscimento di una indipendenza, che potrebbe garantire l’esplosione di quel potenziale da tempo sopito a causa di fattori esogeni, e che ha prodotto i suoi effetti in campo agricolo, turistico, finanziario.