Non sono tempi molto felici per l’economia, e le dimostrazioni di tale assunto certo non mancano. Ai dati ancora poco incoraggianti provenienti dalla Banca Centrale Europea sui segnali di ripresa si affiancano notizie negative anche sul fronte dei Bot trimestrali in Italia, il cui rendimento è ora sotto lo zero. Talmente in territorio negativo da non essere sufficienti per coprire le commissioni di acquisto.
I Bot hanno infatti raggiunto quota -0,08% per il rendimento semplice, un minimo storico per i titoli di Stato a scadenza trimestrale. A sottolineare la prestazione dei Bot è stata l’Assiom, l’Associazione Italiana Operatori Mercati dei Capitali, che attraverso il proprio ufficio studi ha realizzato alcuni calcoli per comprendere le recenti prestazioni dei Bot. Stando a quanto rilevato dall’Associazione, una forte domanda pari a circa 9,6 miliardi di Euro offerti e 4 miliardi di Euro assegnati avrebbe condizionato il prezzo di aggiudicazione netto ottenuto dal Tesoro.
Il Tesoro ha infatti ottenuto un prezzo pari a 99,92 per ogni 100 di nominale, ed è proprio la differenza tra i due dati a determinare il rendimeno lordo al quale va poi applicata la ritenuta fiscale. Come per tutti i prodotti legati al comparto finanziario, tale ritenuta è pari a 12,5 punti percentuali sugli interessi. Sulla base di questi dati, dunque, il rendimento netto si attesta intorno allo 0,32%: per 1000 Euro di Bot con scadenza trimestrale si dovrebbero quindi ricevere (per esempio) circa 3,20 Euro.
Nel meccanismo appena illustrato, ricorda Assiom, manca però un protagonista che esige per sé una commissione: l’istituto bancario. L’investitore deve dunque mettere in conto l’esborso di un’ulteriore cifra per la propria banca, che – nel caso dell’asta da poco realizzata – è pari al massimo allo 0,1%. Questo passaggio porta dunque a un rendimento negativo, poiché i 3,2 Euro di remunerazione ipotizzati nel nostro esempio vengono assorbiti dalla commissione bancaria, alla quale occorrerebbe poi aggiungere ancora qualche centesimo.
L’attuale dato sui Bot dimostra come la riduzione dei rendimenti ormai in essere da diverso tempo sia proseguita negli ultimi mesi, fino a toccare quote negative significative per gli investitori interessati ai titoli di Stato. Come sottolinea Giacomo Ferrari nella sua breve analisi sul Corriere della Sera: «Soltanto un anno fa i rendimenti netti dei Bot trimestrali e semestrali viaggiavano intorno al 3,3%. C’era dunque ancora margine per “ammortizzare” le commissioni. All’asta di ieri, invece, ma solo nel caso dei titoli trimestrali, per la prima volta nella storia si è verificato il passaggio in negativo proprio a causa delle commissioni».
Il fenomeno ha, tuttavia, interessato solamente i Bot a tre mesi e non i titoli annuali il cui rendimento ha raggiunto i minimi storici, ma non a tal punto da richiedere cifre aggiuntive per il pagamento delle commissioni bancarie. L’asta ha collocato i Bot su base annua a quota 99,35, cifra che comporta un rendimento pari a 0,35 punti percentuali al netto delle ritenute fiscali e delle commissioni.
Nella giornata di ieri, il Tesoro ha complessivamente collocato 4 miliardi di Bot a 3 mesi e 7,5 miliardi per quelli a 12 mesi. Secco e incisivo il commento di un operatore: «A questi rendimenti, per un risparmiatore è meglio tenere i soldi sul conto corrente, piuttosto che bloccarli per mesi su un titolo a brevissimo senza averne alcun vantaggio».