Mai come in un periodo di recessione come quello appena trascorso e non ancora del tutto concluso è stato così chiaro che investimenti rischiosi possono destabilizzare l’intero sistema finanziario e far precipitare intere economie in una spirale negativa.
Negli ultimi mesi si sono susseguite numerose riunioni tra i leader dell’UE e quelli delle principali economie facenti parte del Gruppo dei 20. L’obiettivo di questi incontri è stato raggiungere un impegno comune per rafforzare la vigilanza del sistema finanziario per impedire l’assunzione di rischi eccessivi.
Lo stesso presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, appena riconfermato all’unanimità dai 27 capi di stato e di governo dell’Ue per i prossimi cinque anni, afferma che una migliore vigilanza dei mercati finanziari transfrontalieri è essenziale per ragioni sia etiche che economiche.
A queste dichiarazioni si sono aggiunte proposte concrete per contribuire a ristabilire la fiducia, prevenire nuove crisi e proteggere la crescita e l’occupazione. Adesso il sistema bancario europeo è soggetto essenzialmente a una vigilanza a livello nazionale. La Commissione propone di istituire un organismo europeo che possa individuare e affrontare i rischi sistemici nell’insieme dell’UE.
Ulteriore misura di contrasto alla crisi è la revisione del sistema dei bonus degli alti dirigenti del settore bancario.
Si teme, infatti, che nel settore bancario dove si avvertono i primi segnali di ripresa, ma dal quale è partita la crisi che si è poi estesa all’economia reale, possano ripetersi comportamenti del passato sul fronte delle retribuzioni e dei bonus degli alti dirigenti.
È molto probabile che il prossimo G20 di Pittsburgh, in programma per la prossima settimana, segnerà una svolta su questo fronte e approverà dei limiti ai bonus dei banchieri. Questa è la strada che si sta per imboccare anche oltreoceano.
Si comincia a parlare già di una nuova regolamentazione dei poteri della FED, la Banca centrale statunitense, in materia di politica retributiva dei manager bancari. Sarà, infatti, la Federal ad approvare gli stipendi e gli eventuali bonus che i maggiori 25 Istituti bancari americani intenderanno corrispondere ai dirigenti.
È previsto anche il potere della FED di rigettare qualsiasi politica retributiva che possa incoraggiare tutti i dipendenti delle banche e, dunque, non solo quelli che rivestono cariche manageriali, ad assumere rischi eccessivi, esponendo l’intero istituto di credito.