Una bolla speculativa è un fenomeno che si verifica quando il prezzo di un bene si distanzia sempre più rispetto ad un valore compatibile con dei fondamenti economici.
Gli operatori economici sono guidati più da aspettative che da motivazioni razionali: ad esempio, se tutti comprano si può essere spinti a fare altrettanto, se una valuta sale si pensa che essa continuerà a salire e così via. Si assiste, quindi, all’aumento ingiustificato del prezzo di un bene determinato soprattutto dalla crescita della domanda. Prima o poi, però, si smette di acquistare e di conseguenza il prezzo del bene scende: ecco allora che la bolla scoppia. Questo fenomeno può riguardare tanto dei beni materiali che i mercati finanziari.
Di esempi di bolle speculative nella storia ce ne sono stati tanti: dalla bolla dei tulipani, nella prima metà del XVII secolo, a quella azionaria dei titoli tecnologici tra la metà degli anni ’90 e il 2000.
La recente bolla immobiliare ha trovato la sua origine, nel mercato americano, in bassi tassi di interesse ed elevati prezzi degli immobili: questa situazione ha favorito la concessione di mutui (i cosiddetti mutui subprime) per l’acquisto di case anche a soggetti poco solubili. Lo scoppio di questa bolla ha causato, nei soli Stati Uniti, la perdita di 7 milioni di posti di lavoro.
Ma già si parla della possibilità di una nuova bolla speculativa, dovuta sempre ai bassi tassi di interesse e alla debolezza del dollaro nei mercati internazionali che stanno spingendo molti a mettere in atto una strategia di investimento che prende il nome di carry trade. In pratica gli investitori prendono capitali a prestito in valuta statunitense e impiegano tali capitali per comprare attività ad alto rischio in paesi dove il tasso di interesse è più alto in modo da guadagnare sulla differenza tra il rendimento dell’investimento e il costo del finanziamento. Il rischio è sempre lo stesso: quello che la bolla, prima o poi, scoppi.
Data la stretta relazione tra bolle speculative e tassi di interesse, lo scorso mese di gennaio, Ben Benranke, presidente della Federal Reserve, ha affermato che se non saranno adottate delle nuove regole per prevenire le bolle speculative sul nascere, l’istituto centrale americano potrà utilizzare, come strumento supplementare, il rialzo dei tassi di interesse.
È pur vero, però, che di fronte ad un’economia che risente ancora degli effetti devastanti della recente bolla immobiliare e fa fatica a riprendersi, l’innalzamento dei tassi di interesse causerà una riduzione della disponibilità di credito che potrebbe frenare una ripresa già molto lenta.