La compagnia aerea Mistral Air è in vendita. È quanto annunciato dall’amministratore delegato della sua controllante Poste Italiane Spa, Massimo Sarmi, a causa dei reiterati negativi risultati economici della società. La dismissione è del resto il provvedimento suggerito al management aziendale anche dalla Corte dei Conti, dopo l’ultima analisi del bilancio del vettore, a giugno nuovamente in perdita, tanto da richiedere un aumento di capitale di 3 milioni di Euro.
Ancora più consistente il versamento di gennaio 2010, che era stato di 3,5 milioni. Secondo le ultime dichiarazioni rilasciate da Sarmi la compagnia potrà essere ceduta a patto che venga effettuato il servizio postale notturno, un tempo compiuto da Alitalia, Air One e Mistral Air, ma successivamente sviluppato solo da Poste Italiane. Finora, comunque, non è stato fatto il nome di alcun potenziale acquirente.
“Ogni tanto sono pervenute delle vaghe manifestazioni d’interesse”, ha dichiarato Sarmi. “Nei mesi scorsi chiesi di verificare se ci fosse un interesse reale riguardo la compagnia aerea, ma per adesso ci sono state soltanto idee che non si sono mai concretizzate”.
L’azienda attualmente utilizza gli aerei della compagnia per il trasporto cargo (posta e merci) e, grazie a un accordo con l’ORP, Opera Romana Pellegrinaggi, anche per voli passeggeri che conducono i pellegrini in diversi luoghi di culto; altri voli charter vengono operati in collaborazione con diversi tour operator. Fondata nel 1981 dall’attore Bud Spencer e operativa dal 1984, Mistral Air era inizialmente controllata da T.N.T.N.V., da cui PI acquistò il 75% della società, divenendone nel 2005 azionista unico, che ora deve far fronte ai problemi causati dalle reiterate operazioni di finanziamento le quali, come hanno scritto i magistrati della Corte dei Conti, “rendono urgente una soluzione definitiva della questione”.
A differenza della sua controllata, sono invece positivi i risultati economici di Poste Italiane che, come indicato dalla Corte nella relazione sul controllo della gestione finanziaria dell’esercizio 2010, hanno chiuso l’anno con il bilancio in attivo, con 729 milioni di Euro di utile (in calo dell’1,1% sull’anno precedente) e un dividendo pari a 350 milioni. La magistratura contabile, pur lodando il trend dei profitti, ha consigliato a PI di migliorare la qualità del servizio e dei rapporti con i clienti, concentrandosi sul perseguimento degli obiettivi programmati e diminuendo le disfunzioni.