Brembo, uno dei nomi più noti a livello mondiale nella generazione di sistemi di frenata per auto di elevata qualità, ha lanciato un nuovo maxi investimento internazionale: 70 milioni di euro per uno stabilimento cinese dove la società vuole concentrare le proprie attività produttive. Uno stabilimento dall’estensione di oltre 95 mila metri quadri, che sorgerà vicino alla città di Nanchino dando occupazione a quasi 1.000 persone, più o meno equamente distribuite tra la fonderia e le 41 linee produttive, utili per produrre 6 milioni di dischi all’anno.
A spiegare le ragioni dell’investimento è il numero 1 di Brembo, Alberto Bombassei, recentemente uscito sconfitto nella disputa con Giorgio Squinzi per la conquista della poltrona più elevata di Confindustria. “Non è una delocalizzazione – ha spiegato Bombassei – come non lo è mai stato nella nostra tradizione. Da 20 anni facciamo investimenti nuovi all’estero come internazionalizzazione, finalizzati a dare risposte ad un mercato o esistente o nascente. In questo caso siamo già presenti in Cina da 10 anni, ma avevamo cominciato un po’ in sordina”.
L’investimento è pertanto riconducibile alla mera volontà di poter sfruttare le sinergie locali andando a concentrare tutte le attività in un unico impianto e, come era d’altronde facilmente intuibile alla vigilia di queste dichiarazioni, la contemporanea volontà di poter servire in maniera più vicina e puntuale i propri clienti: molte delle aziende automobilistiche hanno infatti aperto importanti fabbriche produttive nel più popoloso Paese del mondo, e la presenza territoriale di Brembo a breve distanza da tali impianti, non potrà che costituire un importante valore aggiunto per la compagine italiana.
Tra le tante società delle quattro ruote che hanno scelto di posizionarsi strategicamente in Cina, un cenno di merito è attribuibile senza dubbio ai costruttori tedeschi, che costituiscono fetta indispensabile del fatturato di Brembo. Ad ogni modo, anche senza scomodare la presenza di aziende europee in Cina, per spiegare le motivazioni di questo investimento basta forse considerare come il Paese asiatico sia il principale produttore al mondo di autovetture.
Brembo è presente a Nanchino fin dal 2001. “Siamo pronti ad essere partner delle case automobilistiche cinesi” – ha poi aggiunto Bombassei – “perchè stiamo investendo su nuove vetture e hanno bisogno di prodotti tecnologici. Per noi essere qui è un obbligo, una necessità. Questa è per noi una seconda nascita in Cina per dare una risposta adeguata a questo mercato che sta crescesndo in maniera molto forte. Quando 11 anni fa siamo arrivati, la produzione locale era di circa un milione di autovetture, ora sono 18 milioni. Da parte nostra – ha infine concluso Bombassei, le cui dichiarazioni sono state riportate dal quotidiano La Repubblica – era un po’ una necessità e un po’ un obbligo di avere una presenza, una produzione importante”.