L’azienda italiana Saipem è riuscita a concludere il contratto Epci chiavi in mano con Lukoil-Nizhnevolzhskneft e Dong E&P per varie condotte di esportazione in Russia e nel Mare del Nord. Il valore dell’accordo economico è pari a oltre 1,1 miliardi di dollari ma sarà una sfida importante e non semplice da affrontare.
In Russia, le condotte di esportazione collegheranno il blocco dei risers nel campo marino Vladimir Filanovsky (mar Caspio settentrionale) alle valvole a terra, che sono situate a circa 10 e 20 chilometri dalla costa, che si trova nella Repubblica russa di Kalmyk. Insomma, Saipem dovrà operare in condizioni ambientali e operative piuttosto difficili, come ad esempio il congelamento del mare e le profondità d’acqua molto basse.
Saipem dovrà fornire lavori di ingegneria, approvvigionamento, fabbricazione e installazione di un oleodotto del diametro di 22 pollici (circa 55 centrimetri) e lungo 114 chilometri, e di un gasdotto del diametro di 28 pollici (circa 70 centimetri) e lungo 114 chilometri.
Per quanto riguarda invece il Mare del Nord, Saipem ha firmato con Dong E&P un contratto Epci chiavi in mano in Danimarca, che riguarda il compimento di attività a mare, che saranno realizzate fra il secondo e il terzo trimestre del 2014. Nello specifico, saranno relative all’ingegneria, approvvigionamento, fabbricazione e installazione di un gasdotto di 12 pollici di diametro e lungo 24 chilometri a una profondità di 69 metri, e di un oleodotto di esportazione nel campo Hejre, che è situato a circa 300 chilometri dalla costa occidentale danese e che sarà situato a una profondità d’acqua di 40 metri.
Ottima la reazione della Borsa all’apprendimento della notizia dei nuovi contratti firmati dalla società italiana: alle 10.30 italiane di questa mattina, il titolo Saipem è salito di oltre il 3% giungendo a 32,17 euro a fronte di un indice Ftse Mib in lievissimo rialzo.