Si è finalmente sbloccata la vicenda legata allo sviluppo del Porto di Taranto, un percorso lungo e complesso, con trattative condotte direttamente dal presidente e commissario delegato dell’Autorità portuale, e dal Diset del ministro per la coesione territoriale. Con l’intesa raggiunta, infatti, lo scalo infrastrutturale diverrà destinazione di investimenti per 190 milioni di euro, finalizzati – tra gli altri – alla realizzazione di una nuova diga, agli interventi sulle banchine e alla riqualificazione ambientale.
Grazie alla firma della presidenza del Consiglio dei ministri, gli impieghi potrebbero essere resi disponibili nel breve termine, con conseguente avvio dei lavori nei prossimi mesi, e termine entro 2 anni. A beneficiare dell’investimento, anche i 500 dipendenti del Porto e gli oltre 1.000 dipendenti dell’indotto.
“E’ una vittoria della trasparenza e della collaborazione istituzionale” – ha affermato il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, ribadendo poi che – “l’importanza di questo investimento pubblico come esempio della riflessione che il governo si aspetta dall’Europa” su come sviluppare l’espansione del comparto. Sempre in ambito esecutivo, soddisfatto è altresì il commento del viceministro dei Trasporti Mario Ciaccia, che ricordando come “anche l’Europa ha riconosciuto l’importanza strategica del Porto di Taranto”, ha sottolineato come “con questo investimento si restituisce alla Puglia un’importante possibilità di sviluppo”.
Parla del progetto come “una grande opera strategica del sistema Paese” il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. A fargli eco, il presidente della provincia di Taranto, Giovanni Florido, che ha invece dichiarato che “oggi Taranto e la Puglia cambiano pagina nei modelli di sviluppo” dopo anni di inefficiente utilizzo del mare. Il sindaco di Taranto definisce la firma di ieri come un evento in grado di rendere il 20 giugno “un giorno di festa per la città”.
Con lo sblocco degli investimenti, la Evergreen si è già impegnata a far rientrare a Taranto i volumi trasferiti in Grecia. La Taranto containter terminal si è in merito vincolata a movimentare container per non meno di 700 mikla Teu nel corso del primo anno dal termine dei lavori, e non meno di un milione negli esercizi successivi. D’altronde, con il deterioramento dello scalo, molte compagnie di navigazione e di logistica operanti a Taranto avevano scelto di ridurre le loro attività, rappresentando in maniera forte e significativa il proprio disagio, e annunciando l’eventualità di un abbandono definitivo delle linee di navigazione che fanno ancora rotta nel porto pugliese. Una eventualità che, fortunatamente e alla luce della recente firma, sembra essere tramontata.