Paolo Scaroni e Igor Pavlov, rispettivamente amministratore delegato di Eni e vice presidente della compagnia russa Rosneft, hanno appena firmato il cosiddetto Exploration Loan Facility Agreement relativo al finanziamento dei costi per le attività esplorative che saranno condotte dalle due parti nell’offshore russo del Mare di Barents e del Mar Nero.
Un accordo, giunto in via pubblica tramite un comunicato congiunto, in cui per entrambe le parti sarà lo scambio di tecnologie a rappresentare un elemento chiave. Eni, in particolare, metterà a disposizione di Rosneft le proprie tecnologie avanzate e l’esperienza che il proprio team ha potuto maturare nell’offshore norvegese e in altri paesi internazionali.
La partnership tra Eni e la compagnia russa rientra nell’ambito dell’accordo di cooperazione strategica che le due aziende hanno firmato lo scorso 25 aprile, in base al quale Eni e Rosneft costituiranno delle joint venture (Eni 33,33% e Rosneft 66,67%) per lo sviluppo delle licenze Fedynsky e Tsentralno-Barentsevsky, nell’offshore russo del Mare di Barents, e Zapadno-Cernomorsky, nell’offshore russo del Mar Nero.
L’accordo di oggi è davvero importante per Eni poiché in tal modo andrà a fare passi da gigante nell’ambito delle attività esplorative, proprio in due delle aree dalle più grandi potenzialità minerarie. Ovviamente, grazie alla firma odierna il gruppo italiano andrà anche a rinforzare l’intesa con Rosneft, considerata strategica per lo sviluppo delle attività di Eni nell’upstream russo.
Al contempo, viene reso noto che la banca Intesa San Paolo ha stretto un accordo di joint venture con Gazprombak: investirà 300 milioni di euro nel progetto dedicato a operazioni di private equity in aziende italiane e russe con una elevata propensione alla crescita internazionale. La collaborazione è stata appena siglata nell’ambito dell’incontro tra Mario Monti e il premier russo Dmitry Medvedev.