Un’azienda cinese potrebbe rilevare l’Alcoa di Portovesme. A dirlo solo gli stessi americani proprietari dello stabilimento di produzione di alluminio nel sud della Sardegna, che hanno ricevuto una richiesta di contatto da parte della Hong Kong Wan Hao International Trading, inviata attraverso il ministero dello Sviluppo Economico, che da settimane sta seguendo da vicino la vicenda della possibile chiusura del sito.
Il nome della società cinese è emerso nelle ultime ore, dopo che nei giorni scorsi era stato il governatore Cappellacci a render noto l’interesse di un’azienda asiatica, anche se aveva detto di non conoscere il nome del pretendente e di non sapere né di cosa si occupasse né se fosse un’azienda privata o pubblica.
Nella giornata di ieri, invece, il sottosegretario Claudio De Vincenti, il presidente della regione Sardegna Ugo Cappellacci e il presidente della provinciaCarbonia-Iglesias Salvatore Cherchi hanno avuto un incontro con i rappresentanti della multinazionale Glencore. Il ministero dello Sviluppo Economico aveva comunicato ai manager le condizioni con cui l’azienda con sede in Svizzera avrebbe potuto rilevare lo stabilimento Alcoa, incentrate soprattutto sull’utilizzo dell’energia elettrica nel breve e nel medio-lungo periodo.
Dal canto loro, i rappresentanti Glencore hanno comunicato di voler valutare le offerte del ministero per capire se ci siano le condizioni per riprendere un confronto sull’Alcoa, in modo da subentrare alla multinazionale americana che entro fine anno terminerà la produzione a Portovesme. A frenare la Glencore è stato soprattutto l’alto costo dell’energia per far funzionare il sito produttivo.
A tal proposito, nei giorni scorsi era giunta una manifestazione di interesse anche dall’azienda torinese KiteGen Research, che sosteneva che con un investimento “ragionevole” sarebbe stato possibile alimentare tutto lo stabilimento con energia eolica.
“Il governo – ha detto il sottosegretario De Vincenti – ha fornito le garanzie richieste da Glencore circa il mantenimento della tariffa a 35 euro a megawatt/ora nel lungo periodo (15 anni). Per quanto riguarda lo spegnimento degli impianti, sto spingendo l’Alcoa a tenere in efficienza il sito produttivo per tutto il 2013, con almeno 50 celle pronte a essere riavviate da un giorno all’altro”.
Il management dell’Alcoa ha deciso per una riorganizzazione della produzione, decidendo per lo spostamento in un grande stabilimento in Arabia Saudita di parte dell’attività che oggi viene effettuata in Italia e in altri Paesi del mondo.