Il colosso petrolifero britannico BP ha annunciato un accordo con Rosneft per la cessione a quest’ultima del 50% della jv venture Thk-BP, nell’ambito di un contratto che prevede che l’azienda petrolifera russa – posseduta per il 75% dallo Stato – diventi il maggior player a livello internazionale in quanto a estrazione di greggio, superando qualunque altro concorrente del settore.
Tornano così nelle mani dell’esecutivo di Mosca le aziende che nel corso degli anni ’90 erano state privatizzate. Questa transazione permetterà a quella che fu British Petroleum – che in seguito alla fusione con Amoco, nel 1998, diventa BP – di incassare 17,1 miliardi di dollari in contanti e azioni corrispondenti al 12,84% del capitale di Rosneft.
Ma non è tutto: secondo gli accordi, BP utilizzerà 4,8 miliardi di dollari per entrare in posesso di un ulteriore 5,6% della grande azienda moscovita, toccando quindi il 19,75%, visto che l’1,25% è già nelle sue mani. Questo significa che alla fine di questo scambio, BP potrà avere una liquidità di ulteriori 12,3 miliardi di dollari.
Per l’azienda britannica, questa operazione aprirà le porte ai diritti di esplorazione del sottosuolo nel Mar Artico, cosa che con Thk era diventata impossibile. Il Mare Artico, infatti, rappresenta oggi l’ultima frontiera delle esplorazioni terresti alla ricerca dell’oro nero. Dei 9 posti totali del Cda di Rosneft, 2 saranno appannaggio di BP.
Alla ufficializzazione dell’accordo manca ora solo il sigillo del Cremlino, che come detto resta l’azionista di maggioranza dell’azienda petrolifera russa. Tale sigillo è previsto nel primo semestre del 2013.
“Questo grande accordo è una cosa estremamente positiva – ha commentato il presidente russo Vladimir Putin – che porterà dei benefici non solo per il settore economico russo, ma per l’insieme dell’economia”.