I conti deposito sembrano essere ancora il sistema di investimento più conveniente per chi vuole mettere al sicuro una somma di denaro, e questo nonostante i tassi di interesse in calo e le novità fiscali introdotte con l’arrivo del 2013.
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Se i tassi di interesse pagati dalle banche per la liquidità investita con i conti deposito (conti vincolati a 12, 24, 36 mesi caratterizzati da una remunerazione variabile) si aggirano intorno al 3 e al 4 %, i Btp a tre anni prevedono un rendimento annuo pari al 2,3%, una percentuale decisamente minore.
In pressoché tutti gli istituti di credito i rendimenti relativi ai conti deposito sono calati sensibilmente, ma alla luce di questi dati è facile comprendere come si mantengano ancora superiori a quelli che si otterrebbero investendo in Bot e Btp della medesima durata.
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Gli italiani continuano a preferire i conti deposito sebbene a partire dal 1 gennaio 2013 si paghi un’imposta di bollo pari allo 0,15% annuo sulle somme depositate, con un costo minimo fissato a 34,20 euro e senza più l’esistenza di una soglia massima pari a 1.200 euro, che invece persisteva fino alla fine di dicembre 2012.
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Una differenza notevole rispetto al passato, se si pensa che prima dell’entrata in vigore della nuova normativa gli istituti di credito versavano 1,81 euro per ogni comunicazione alla clientela.